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Con l'ironia tagliente e il turbinio di maschere del suo "Momus. O del principe", Alberti celebra gli ideali civili e la vita attiva, proponendo un'autentica arte del buon governo e una concezione del divenire e dell'agire umano precorritrice di alcune fra le più importanti teorizzazioni sette-ottocentesche. Circondati e incalzati dal carnevale di governanti e mortali, al grido "Tu simula e dissimula!" ci inoltriamo nella narrazione di un ideale storico-politico e morale, una rivisitazione dei nessi causali e concettuali fra passato e futuro che riscrive il corso del tempo e, in esso, il nostro ruolo tragico di attori. Così il "Momus" si affaccia sulla soglia di una nuova epoca, e crea lo spazio scenico sul quale l'antico e il moderno recitano la loro irriducibile contesa.